
Auguri a tutti da parte di:
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Far passare il concetto che la diversità è ricchezza e attraverso la conoscenza delle varie forme di emarginazione si giunge al dialogo e all’integrazione.
DIVERSITA’
Cosa si intende per essere diversi? Trovo impropria questa definizione che identifica persone che non rientrano negli schemi decisi dalla società. Ma non è certo la società il giudice che può permettersi di definire chi è normale e chi no.
La mia esperienza con Fabio, il maratoneta non vedente con il quale ho attraversato giusto un anno fa il Deserto Bianco in Egitto per
"Ma il giorno che ci apersero i cancelli, che potemmo toccarle con le mani quelle rose stupende, che potemmo finalmente inebriarci del loro destino di fiori. Divine, lussureggianti rose! Non avrei potuto scrivere in quel momento nulla che riguardasse i fiori perché io stessa ero diventata un fiore, io stessa avevo un gambo ed una linfa."
(Alda Merini, L'altra verità. Diario di una diversa, 1986)Sono vite d’altri tempi, sono storie di uomini e di donne che si sono dissolti nel tempo?
C’è ancora qualcuno che ha voglia di non essere catalogato per il suo status, perché non sempre uno status è sinonimo di dignità. Perciò, se incontri il lupo cattivo, fermati con lui cinque minuti. Dove lo incontri questo lupo di una triste favola moderna? Lo incontri vestito in giacca e cravatta, e ti sorride con denti brillanti, lo incontri sulle pagine sfogliate di un mondo virtuale, lo incontri ovunque… C’è un posto però dove non lo incontrerai: è nella sua solitudine di una stanza, chiuso lì dentro con un cuore inaridito dalle noie delle sue corse e dei suoi amori.
La vita del lupo cattivo non ha mai sosta, è una corsa verso il niente: tutto vuole per colmare, tutto vuole per non morire. Se tu osservi bene la tua sofferenza, riesci a trarne vantaggio, ti rendi conto che ancora hai una sana voglia di vivere, di non barricarti nella stanza che oggi non è neanche più dei bottoni ma di tastiere lise.
Tu che non indossi un pantalone taglia 40, tu che hai da pensare come mettere su famiglia, e vuoi un figlio, tu che ancora entri in una Chiesa e preghi con la speranza dell’attesa, tu che ancora fai battere il tuo cuore per semplici emozioni, ami gli anziani, i bambini, credi nell’amicizia, lotti perle ingiustizie. Tu capirai che finché c’è speranza, c’è vita, ed alimentandola tu vincerai, perché essa è l’ossigeno di ogni essere umano.
Rosi Sica
Entra in scena Canio con la su citata canzone rendendoci partecipi ad unisono. Segue un suo testo, “Vocca rossa”, ed ancora partecipiamo ritmando con le scatoline di liquirizia: e’ un interagire tra la scena ed il pubblico, una sublime terapia dell’anima. Quest’uomo dall’aria pacata riesce a passare dalla sensualità alla spregiudicata veracità’ dell’amante appassionato; giocando con una tecnica di supporto di bio-installazione la sua voce è un sussurrare i moti dell’anima, non si vende alla logica commerciale del mercato, ma si ripropone e ripropone la nostra più antica carta d’identità: la radicata tradizione della canzone classica partenopea.
Notevole e lodevole intervento della versatile cantante Maria Pia De Vito, la quale ci lascia esterefatti con un assolo senza basi musicali.
Sul finire, mi spiace commentarla in questi termini, un’accettabile poesia del poeta G. Frasca.
Il pubblico al termine della performance gli riconosce con applausi e richieste d’autografi la capacità che ha avuto Loguercio in un pomeriggio di fine estate, nel più bel salotto di Napoli in Piazza Dei Martiri, di far rivivere quella passione che spesso reprimiamo: noto, infatti, una biondissima attempata che cerca di circuirlo, mentre noi dell’associazione gli strappiamo amichevolmente una breve intervista, e, mi spiace per la menzionata signora, io riesco anche a dargli un casto bacio.