"Ma il giorno che ci apersero i cancelli, che potemmo toccarle con le mani quelle rose stupende, che potemmo finalmente inebriarci del loro destino di fiori. Divine, lussureggianti rose! Non avrei potuto scrivere in quel momento nulla che riguardasse i fiori perché io stessa ero diventata un fiore, io stessa avevo un gambo ed una linfa."
(Alda Merini, L'altra verità. Diario di una diversa, 1986)
4 settimane fa
pochi giorni fà,cambiando,come è mia abitudine, canali TV alla ricerca di qualcosa di interessante (cosa quasi ardua),mi sono imbattuto in una trasmissione di Chiambretti che aveva come ospite Alda Merini.
RispondiEliminaSarei un ipocrita se dicessi di apprezzare la poesia,che onestamente non mi ha mai interessato,nè tantomeno di conoscere Alda Merini di cui avevo soltanto un vago ricordo,eppure mi somo bastati pochi minuti per rimanere affascinato da questa donna di cui non conoscevo niente,nè tantomeno la sua travagliata esistenza con lunghi periodi trascorsi in manicomio.
Quello che mi ha maggiormente colpito,aldilà di quello che ha potuto scrivere,è stata la serenità di questa donna,la semplicità con cui si esprimeva,il distacco da tutto ciò che la circondava,una superiorità interiore che si percepiva ma che non era mostrata,il sentirsi comunque una esclusa da una società che,nonostante il successo,la emarginava come una "diversa"
Questa società è purtroppo un tritacarne e non merita persone come Alda Merini.
Il giorno dopo la trasmissione ho letto che era morta in miseria come aveva voluto