lunedì 19 ottobre 2009

Se incontri il lupo cattivo, fermati con lui cinque minuti



Quante volte nella vita ci si sente in preda al panico, ci si sente non adatti per questo mondo fatto di tanta vanità, che non ti accetta se non hai e se non sei.
Inadatto/a alla vita, tu che vorresti sognare di correre e non puoi, tu che vorresti amare e non lo fai.
Perché continuare, e, soprattutto, per chi continuare, dov’e’ l’idea della famiglia di una volta, il clan dove tutto restava immutato, e l’uno soccorreva l’altro, e l’anziano restava inviolato nel suo diritto di essere anche ammalato e un po’ brontolone?

Sono vite d’altri tempi, sono storie di uomini e di donne che si sono dissolti nel tempo?

C’è ancora qualcuno che ha voglia di non essere catalogato per il suo status, perché non sempre uno status è sinonimo di dignità. Perciò, se incontri il lupo cattivo, fermati con lui cinque minuti. Dove lo incontri questo lupo di una triste favola moderna? Lo incontri vestito in giacca e cravatta, e ti sorride con denti brillanti, lo incontri sulle pagine sfogliate di un mondo virtuale, lo incontri ovunque… C’è un posto però dove non lo incontrerai: è nella sua solitudine di una stanza, chiuso lì dentro con un cuore inaridito dalle noie delle sue corse e dei suoi amori.

La vita del lupo cattivo non ha mai sosta, è una corsa verso il niente: tutto vuole per colmare, tutto vuole per non morire. Se tu osservi bene la tua sofferenza, riesci a trarne vantaggio, ti rendi conto che ancora hai una sana voglia di vivere, di non barricarti nella stanza che oggi non è neanche più dei bottoni ma di tastiere lise.

Tu che non indossi un pantalone taglia 40, tu che hai da pensare come mettere su famiglia, e vuoi un figlio, tu che ancora entri in una Chiesa e preghi con la speranza dell’attesa, tu che ancora fai battere il tuo cuore per semplici emozioni, ami gli anziani, i bambini, credi nell’amicizia, lotti perle ingiustizie. Tu capirai che finché c’è speranza, c’è vita, ed alimentandola tu vincerai, perché essa è l’ossigeno di ogni essere umano.

Rosi Sica

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