domenica 4 ottobre 2009

Le città invisibili di Italo Calvino


All'uomo che cavalca lungamente per terreni selvatici viene desiderio di una città. Finalmente giunge a Isidora, città dove i palazzi hanno scale a chiocciola incrostate di chiocciole marine, dove si fabbricano a regola d'arte cannocchiali e violini, dove quando il forestiero è incerto tra due donne ne incontra sempre una terza, dove le lotte dei galli degenerano in risse sanguinose tra gli scommettitori. A tutte queste cose egli pensava quando desiderava una città. Isidora è dunque la città dei suoi sogni: con una differnza. La città sognata conteneva lui giovane; a Isidora arriva in tarda età. Nella piazza c'è il muretto dei vecchi che guardano passare la gioventù; lui è seduto in fila con loro. I desideri sono già ricordi.

1 commento:

  1. Molto molto molto bello. E' un libro che può essere letto ingenuamente, anche da un bambino, che si limita a gustare la straordinaria capacità di racconto di Calvino e la sua fantasia. Ma sicuramente lo scrittore vuole comunicare qualcosa in più. Ogni singola città nasconde dietro la sua simpatica (ed ingannevole) descrizione, innumerevoli doppi sensi, ambiguità. In effetti più che "città nascoste", le moderne metropoli le definirei: metropoli senza centro, senza moralità, senza vie d' uscita.

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