
Quante volte nella vita ci si sente in preda al panico, ci si sente non adatti per questo mondo fatto di tanta vanità, che non ti accetta se non hai e se non sei.
Inadatto/a alla vita, tu che vorresti sognare di correre e non puoi, tu che vorresti amare e non lo fai.
Perché continuare, e, soprattutto, per chi continuare, dov’e’ l’idea della famiglia di una volta, il clan dove tutto restava immutato, e l’uno soccorreva l’altro, e l’anziano restava inviolato nel suo diritto di essere anche ammalato e un po’ brontolone?
Sono vite d’altri tempi, sono storie di uomini e di donne che si sono dissolti nel tempo?
C’è ancora qualcuno che ha voglia di non essere catalogato per il suo status, perché non sempre uno status è sinonimo di dignità. Perciò, se incontri il lupo cattivo, fermati con lui cinque minuti. Dove lo incontri questo lupo di una triste favola moderna? Lo incontri vestito in giacca e cravatta, e ti sorride con denti brillanti, lo incontri sulle pagine sfogliate di un mondo virtuale, lo incontri ovunque… C’è un posto però dove non lo incontrerai: è nella sua solitudine di una stanza, chiuso lì dentro con un cuore inaridito dalle noie delle sue corse e dei suoi amori.
La vita del lupo cattivo non ha mai sosta, è una corsa verso il niente: tutto vuole per colmare, tutto vuole per non morire. Se tu osservi bene la tua sofferenza, riesci a trarne vantaggio, ti rendi conto che ancora hai una sana voglia di vivere, di non barricarti nella stanza che oggi non è neanche più dei bottoni ma di tastiere lise.
Tu che non indossi un pantalone taglia 40, tu che hai da pensare come mettere su famiglia, e vuoi un figlio, tu che ancora entri in una Chiesa e preghi con la speranza dell’attesa, tu che ancora fai battere il tuo cuore per semplici emozioni, ami gli anziani, i bambini, credi nell’amicizia, lotti perle ingiustizie. Tu capirai che finché c’è speranza, c’è vita, ed alimentandola tu vincerai, perché essa è l’ossigeno di ogni essere umano.
Rosi Sica