martedì 4 maggio 2010

La rivolta delle "zitelle"


Agli inizi del secolo scorso il Banco di Napoli assunse del personale femminile, ma l'innovazione fu oggetto di numerose polemiche, come si evince dal contenuto indignato di alcune lettere scritte da mogli di impiegati del Banco al Direttore Generale; le accuse vertevano su presunti atteggiamenti "sconci" e provocatori da parte delle impiegate nei confronti dei colleghi.
Alle donne assunte in banca, in realtà, i limiti imposti erano molti, primo fra tutti quello di non poter contrarre matrimonio durante il periodo di servizio.
Fu così che, nei primi mesi del 1921, scoppiò la "rivolta delle zitelle" che rivendicava il diritto di contrarre matrimonio in servizio. L'avvenimento destò grande scalpore presso la pubblica opinione e la stampa dell'epoca, ma, per quanto carico di importanti segnali sociali, non sortì gli effetti sperati. Il Banco, infatti, decurtò il numero delle impiegate, tuttavia il segnale che esse lanciarono al mondo del lavoro rappresentò l'inizio della lunga lotta conclusasi a fine secolo con il forte ridimensionamento dell'ideologia maschilista.












2 commenti:

  1. certo da allora di strada ne è stata fatta tanta,però non posso fare a meno di pensare alle tante donne,in special modo disabili,che vengono ancora escluse dalla società,subiscono torti,violenze.Dobbiamo essere più solidali con loro e impegnarci in prima persona per cambiare lo stato delle cose.

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  2. Molto interessante, non conoscevo questa storia, grazie e complimenti per la nuova versione del vostro blog.

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