mercoledì 8 dicembre 2010

“Se morirebbe prima mia moglie”

Testamento di me medesimo malato tisico lucido di mente, scritto a mano contro mia moglie Maria Cannavacciuolo maritata Buonomi Gennaro che sarei io. Se morirebbe prima mia moglie di me sarei grato a San Gennaro a ceri e fiori finacchè campo. Ma lei si è sempre curata bene e schiatta di salute alla faccia mia che non ce speranza, io credo. Approfitto della controra che stà  stravvaccata sopralletto per scrivere nascostamente nel gabinetto su carta tipo igienica il mio lascito testamento di robbe poche ma stentate, col sudore della fronte per tutta una vita onesta ma sfortunata. Che se si sveglia sono mazzate. Non avendo la infamona fatti i figli perchè è arida di panza e di cuore, lascio il basso di abitazione a mio nipote Libberato figlio di mio fratello Vittorino. A mia nipote Italia, sempre figlia di Vittorino, lascio per dote la mobilia con la biancheria di correto, l’anello mio, la catenina e il curniciello della buonanima del nonno. Non ciò altro. Quando sarò morto dovete cercare il mio testamento qui presente dietro all’armadio. Se non lo cercate dietro all’armadio non lo trovate, e allora è inutile che lo cercate.

 

tratto da : “Essendo capace di intendere e volere” di S. De Matteis – Sellerio editore – .

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