lunedì 12 luglio 2010

Uno strano metodo di pagamento.






Forse non tutti sanno che molti documenti conservati presso l’Archivio dell’Istituto Banco di Napoli rivelano inattese e preziose scene di vita quotidiana. Da alcune bancali è stato possibile capire, ad esempio, l’andamento dei fitti nella città di Napoli. Per un’abitazione in via Toledo di due camere e cucina si pagavano circa 45 ducati l’anno ed un terraneo abitabile (il cosiddetto "basso") nelle zone della Duchesca o di S. Giacomo degli Spagnoli veniva affittato per circa 11 ducati l’anno. Un ducato equivale a circa 25 mila lire di oggi.

Attraverso le bancali conservate nell’Archivio è stato possibile conoscere anche gli “stipendi” corrispondenti alle varie professioni: un pandettario del Monte della Pietà guadagnava nel 1595 ducati 30 mensili, 25 ne guadagnava un cassiere, 15 un libro maggiore, 9 un giornalista, 7 un archiviario, 4 un portiere.
Persino la gratifica di fine anno – definita “inferta” – veniva elargita con bancali, consentendoci così di sapere che quest’uso era già invalso oltre tre secoli e mezzo fa.

Fra le spettanze da lavoro, regolate con polizza, non potevano mancare i pagamenti alle domestiche: il 5 novembre 1598 Giovanni Thomaso Carrafa girava una polizza di ducati 29.0.18 a Locretia di Maggio (…) per lo suo salario di anni 3, mesi 9 e giorni 13 che ha servito la Signora Lucrezia Carrafa sua moglie; aggiunge la girata che era stato convenuto che “servisse anni 13 e se li promesse alla fine del detto tempo ducati 100 contanti, che per conto fatto fra loro d'accordo sono li ducati 29.0.18, declarando che per volontà loro e di essa Locretia s'è’ partita senza servire il tempo delli predetti anni 13 declarando ancora che di più è stata vestita e calzata."
(“L’Archivio Storico del Banco di Napoli”, pag.29).
Questo documento fornisce, oltre a dettagliate notizie sul compenso lavorativo di “Locrezia”, un prezioso dato sul vivere di fine Cinquecento non rilevabile in altro modo.

Accanto a bancali firmate da nobili, commercianti, ministri di stato, pubblici funzionari e popolani, sono state reperite fedi e polizze girate a noti artisti. Una di queste bancali, emessa a Napoli il 7 aprile 1617, è un pagamento di 14 ducati alla moglie dell’attore comico Silvio Fiorillo, passato alla storia della commedia dell’arte per le sue interpretazioni del personaggio del “capitano Matamoros” e ricordato dal Croce anche come uno dei primi interpreti della maschera di Pulcinella.

Tramite la lettura di bancali è stato possibile risalire all’esatta attribuzione di un’opera d’arte:
Polizza di 40 ducati emessa in Napoli, il 12 agosto1617, da frà Gennaro di San Giovanni Battista a favore del pittore Giovan Battista Caracciolo e in conto di 200 ducati, per gli affreschi commissionati da Porzia Caracciolo.
(“Mostra permanente di documenti dell’Archivio Storico”, 1996, pag. 14).

Sappiamo, inoltre, che per la statua di marmo raffigurante il "Cristo velato" della Cappella Sansevero, nel 1754, furono corrisposti allo scultore Giuseppe Sammartino 500 ducati.

Talvolta le bancali erano usate per il pagamento di cose un po’ “insolite”.
In una bancale si legge: fede di credito di 500 ducati rilasciata in Napoli, il 19 giugno 1658, a Pietro Paolo de Massa, a saldo di 1040 ducati, in restituzione di quanto era stato prestato alla moglie del suddetto Carola, per il prezzo del riscatto convenuto con i banditi che lo tenevano in ostaggio. Ducati 40 sono corrisposti, a titolo di interessi, sul prestito ricevuto.
(“Mostra Permanente di documenti dell’Archivio Storico”, pag. 30).

D’altronde anche il modo in cui le bancali erano conservate era piuttosto inconsueto: le si infilzava in un laccio di canapa munito di punteruolo di ferro e le filze venivano appese alle travi del soffitto dell’ufficio Revisione per poi passare definitivamente all’Archivio dei banchi. Pensate cosa accadrebbe oggi se si adoperasse lo stesso metodo nelle nostre moderne ed efficientissime banche!




Fonte: Fondazione Banco di Napoli





























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