venerdì 29 gennaio 2010

Handi dèfi

Dai sette ai tredici anni, e oltre. Partite da 45 minuti. Una scatola, un tabellone e carte colorate al costo di 30 euro. "Handi défi" è un nuovo gioco di società uscito recentemente in Francia. I concorrenti devono mettersi nella condizione di persone e bambini con disabilità che devono organizzare e svolgere un viaggio ai Caraibi, con tutto ciò che comporta: attraversare la città, arrivare in aeroporto, preparare la valigia, ecc. Questo gioco, ma anche un altro, potrebbe essere un buono strumento da usare con i bambini delle nostre scuole primarie per sensibilizzare ai temi della disabilità in modo ludico e intelligente. In tema di disabilità nella scuola (e sul tema l'Italia ha una delle leggi più avanzate, sulla carta) si parla, giustamente, di qualità, continuità, durata del sostegno, della preparazione di insegnanti e assistenti, del numero di alunni disabili in classe, delle barriere architettoniche, del trasporto degli alunni. Varrebbe la pena aggiungere con forza che, oltre al sostegno, la disabilità deve essere anche al centro di progetti di educazione per tutti gli altri alunni della classe. La scuola resta una straordinaria agenzia educativa in cui, con progetti adeguati, linguaggi propri e la collegialità degli insegnanti, è possibile gettare le basi per costruire una cultura inclusiva. Il più possibile libera da pregiudizi, stereotipi, buonismi e crudeltà che si imparano con gran facilità, senza accorgersene, diventando grandi, quando la disabilità cessa di essere vista come una differenza e diventa uno stigma. Facciamolo, almeno per una lezione all'anno, anche giocando. Individuando modi, linguaggi, strategie per costruire una cultura che, come le tabelline imparate una volta per sempre, diventi per tutti gli alunni un bagaglio a mano da portare sempre con sé, oltre i 45 minuti della partita in cui si gioca ad essere disabili che partono per un viaggio ai Caraibi.

di Matteo Schianchi

2 commenti:

  1. Interessantissimo post... io lavoro in una scuola primaria, momentaneamente ho classi II e sto affrontando la diversità in generale attraverso la lettura di un libro, l'orso Bear, che parla delle difficoltà incontrate da un orso rosa...
    Per i diversamente abili le scuole organizzano in genere progetti insieme agli altri ma, come sempre, il ridimensionamento dei badget fa sì che anzichè muovere nuovi impulsi in tal senso, tutto si debba restringere: diminuiscono le ore di sostegno anche per bambini con gravi problematiche e si annullano cattedre...
    Speriamo in un futuro più roseo...
    Mi informerò meglio sul gioco: ottima opportunità di crescita per tutti...

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  2. Insegno in un istituto Turistico e spesso si organizzano viaggi anche virtuali con l'ausilio del personal computer. Dal mio punto di vista, in tema di disabilità nelle scuole non dobbiamo dimenticare che il progresso tecnologico può fare molto per migliorare la vita di milioni di persone. Anche dei disabili che, grazie alle tecnologie, possono veder diminuire lo svantaggio personale e sociale che spesso ne ha fatto degli emarginati e dei reclusi. Con il personal computer, gli ausili e i programmi informatici, realizzati per loro in decenni di ricerche condotte nei laboratori di tutto il mondo, disabili sensoriali, fisici e mentali possono oggi studiare, lavorare, comunicare e divertirsi come chiunque altro. Non tutti però lo sanno.
    La tecnologia, quindi, contribuisce a realizzare l'integrazione scolastica e l'inserimento lavorativo, anche ai più alti livelli professionali e rende possibile al disabile una propria autonomia in abitazioni informatizzate dove tutto funziona con un semplice gesto.

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