martedì 16 novembre 2010

Vivere sul Tevere con 400 euro

L'articolo seguente ci porta a fare delle considerazioni ma due mi sembrano più concrete: evitare di lamentarsi inutilmente, evitare di fare l'indignato da salotto.
La stragrande maggioranza delle persone si indigna su facebook posta articoli scritti da altri, aforismi, citazioni, opinioni politiche ma il tutto fatto comodamente davanti al pc. Sarebbe ora di alzare il culo da poltrone confortevoli, usare facebook in maniera diversa, uscire dai salotti riscaldati e indignarci in piazza , esprimere le nostre opinioni nelle sedi opportune metterci in gioco e far si che le nostre proteste abbiano una conseguenza seria e non un semplice, insulso "mi Piace"!!!!!

Unlike





Una pensione minima e una dimora lungo il fiume di Roma

67 anni, pensionato da 16. Ex custode di una sede Inail. Si chiama Franco e da due anni vive sulle rive del Tevere. Da due anni percepisce 400 euro di pensione.

Per quattordici anni, il signor Franco ce l’ha fatta a sopravvivere (perché questo non è certo vivere), ma dal 2008 si è trovato costretto a rifugiarsi su quelle sponde, a ridosso dei quartieri bene di Roma, come un barbone ‘privilegiato’, con quelle quattrocento euro…

Franco è uno dei tanti (secondo le stime Istat il 21% del totale dei pensionati italiani) che percepisce una pensione non tanto minima, quanto ai minimi termini. Sempre secondo le statistiche la metà dei pensionati del nostro Paese, circa 8 milioni di ex lavoratori, percepiscono un assegno che li classifica come ‘poveri’. E nella maggior parte dei casi, la pensione rappresenta l’unica entrata.

Non ci vuole molto a capire che, stando così le cose, smettere di lavorare inizia ad essere visto non più come il tanto agognato momento per dedicarsi a tutte le attività che prima erano state accantonate per via del proprio impiego; anzi, sembra che adesso l’approssimarsi della pensione sia vissuto non più con sollievo ma con un’ansia del futuro sempre crescente.

Il ‘garbuglio’ pensioni certamente non riguarda solo l’Italia, ma se ne discute anche in altre zone d’Europa, solo che, in Paesi come Francia, Spagna e Germania le pensioni non subiscono tassazioni di sorta, mentre, per quanto riguarda il Regno Unito, si tratta di una pressione fiscale minima.

Intendiamoci, il resto d’Europa non è certo il paradiso e determinate situazioni sociali non sono sicuramente, sotto alcuni aspetti, migliori delle nostre. Ma altre sono gestite quantomeno in maniera diversa.

La situazione odierna dei pensionati italiani sembra portarci, con una certa amarezza, a dover parafrasare un film di successo di un paio d’anni fa: “Non è un paese per vecchi” che dopo una vita passata a lavorare, con il pensiero di potersi costruire una vecchiaia tranquilla, si trovano invece a dover fare i conti con un’indigenza arrivata non annunciata e non desiderata. Una vecchiaia ‘dignitosa’, che svanisce nelle esigue cifre di un assegno mensile, che va ad infrangersi con le esigenze della vita di tutti i giorni.

Ed il problema pensioni colpisce non solo chi pensionato lo è già, ma anche tutti quelli che a breve smetteranno di lavorare nonchè chi andrà in pensione tra diversi anni – soprattutto se costoro sono precari (è di questi giorni la notizia che lo spettro di una vecchiaia addirittura senza qualcosa da mettere da parte per sopravvivere si aggira sopra le teste dei lavoratori senza contratto).

Insomma, quella fase della vita che fino a qualche anno fa veniva affrontata con una certa leggerezza d’animo, adesso ha assunto sfumature ansiogene, diventando se non proprio una preoccupazione fissa, quasi.

Nel suo appello, il signor Franco ha ammesso di non farcela più, che la brutta stagione è in arrivo e che crede di non riuscire a superarla, perché l’età avanza e perché sembra che, con il trascorrere del tempo, anche la generosità delle altre persone (travolte dalle conseguenze della crisi finanziaria che ha investito il globo) vada scemando.

Come dicevamo all’inizio, il pensionato del Tevere è, purtroppo, ‘uno dei tanti’. Il suo caso, seppure per poco, è riuscito ad arrivare sui giornali. Ma viene da chiedersi quanti altri ‘signor Franco’ sparsi per l’Italia non riescano (anche per un discorso di dignità) a parlare della loro situazione alla stessa maniera.

di : Alessia Signorelli

2 commenti:

  1. purtroppo ce ne sono moltissimi in un paese civile è una vergogna , si potrebbe fare e si deve fare qualcosa .... solo che chi vive nel disagio nella solitudine non è degno di rispetto , è molto più semplice far finta di aiutare e liberarsi così a coscienza ... siamo tutti colpevoli ed io vorrei non farne parte

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  2. basta agire!!!basta organizzarsi in associazione,cooperative,la vera rivoluzione - OGGI - crollate le ideologie si espleta nel terzo settore ossia nel sociale.quindi tocca a noi cittadini organizzarci ed essere parte attiva e non indignarci e basta.

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