sabato 13 novembre 2010

Teatro


Una corte di personaggi border-line ed è subito teatro. Un
teatro speciale, costruito sulla diversità e sulla malattia. Un teatro
di corpi fuori misura nell'eccesso e nel difetto, tenuti insieme da una
specie di impudica tenerezza, che si dichiara fin dall'inizio negando
la parola, la poesia, ma sostituendole immediatamente con un altro
linguaggio, un'altra poesia. E' DelBono il regista che ci
parla della vita, quella vita del tutto aleatoria che si coniuga con la
malattia per presto sconfinare nella morte. Del resto sono proprio
malattia e morte le fonti ispiratrici di Delbono, che parte da un libro
di Harold Brodkey - Questo buio feroce - che dà il titolo allo spettacolo: il racconto di un viaggio verso la fine certa di una morte per Aids, un desiderio di finire, di sciogliersi dentro l'abbraccio cosmico della natura...

1 commento:

  1. Conosco Del Bono e devo dire che condivido il suo modo di fare teatro,di trattare certi temi che molti di noi preferiscono rimuovere piuttosto che conoscere,affrontare.Il buio feroce ci rende perdenti!!!

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