domenica 8 novembre 2009

Riti, culti, credenze, leggende, storie, favole, miti....


Parliamo di Ruviano ridente paese (si spera almeno) del casertano. Tra le tradizioni ruvianesi legate alla festività di San Martino vi era un banchetto che, nell'immediato dopoguerra, un gruppo di buontemponi organizzava nel piccolo spazio della "Vatera" lungo via Castello. Spiccava tra tutte la figura di "Alfredo 'u sunatore" che tra un bicchiere di vino e una forchettata di pasta coglieva l'occasione per stuzzicare i passanti: il tema di questo "sfottò" era naturalmente legato alle corna. Egli era solito recitare, per l'occasione, una poesiola di cui sfortunatamente si sono perse le tracce, avente per oggetto proprio il patronato di San Martino per i becchi. Non ci è dato sapere se questa fosse una ricorrenza festeggiata anche in precedenza a Ruviano nè se il semplice convivio avesse radici più profonde. Forse fu ripreso imitando altre località del meridione, non esclusa Napoli stessa, in cui la festa dei cornuti era in voga tra il popolino. Col tempo, forse con la defezione dei conviviali quest'usanza cessò per essere poi ripresa, agli inizi degli anni settanta. Anche questa partì da un gruppo di amici che nel giorno di San Martino presero l'abitudine di portare in processione le corna e poi finire tutti a cena. Questo rituale, con qualche interruzione, si è tramandato negli anni acquistando sempre nuove connotazioni avvicinandosi al rito caratteristico in voga presso varie località italiane.

9 commenti:

  1. Di cosa ci meravigliamo? I riti, i culti, le credenze rappresentano la storia e la cultura di un popolo, creando: emozioni, passioni, credenze e spettacolo…

    Anche quando ammiriamo antichi presepi napoletani , o quando semplicemente prepariamo il nostro casalingo, sistemando con cura figurine e dettagli scenografici, ignoriamo che molti di quelli hanno un preciso significato simbolico, nato da superstizioni e leggende tutte di tradizione partenopea.

    Ad esempio il “pastorello dormiente” si chiama Benino; simboleggia il nuovo anno e deve sempre esser posto vicino ad Armenzio, un pastore anziano (suo padre e simbolo dell’anno che sta per finire); attorno a loro le“pecorelle”, rigorosamente 12, come i mesi.

    Il “pozzo” si collega alle molte superstizioni legate al sottosuolo; una di queste impediva di attingere acqua ai pozzi la notte di Natale perché abitata da spiriti malvagi che avrebbero rubato l’anima a chi l’avesse bevuta.

    Accanto al pozzo si trova sempre la figura della“zingara”, inquietante personaggio che nell’iconografia classica regge o dei ferri o un cesto pieno di martelli, tenaglie e chiodi, simboli della Passione.

    La “fontana” invece è simbolo positivo; nei Vangeli apocrifi si narra che Maria avrebbe ricevuto l’annuncio dall’Angelo proprio mentre era intenta a riempire una brocca.
    E di fianco alla fontana deve stare la “lavandaia”, che sempre secondo gli Apocrifi fu la levatrice di Gesù e ne lavò i panni, rendendoli candidi come la verginità di Maria.

    I tre cavalli dei Magi hanno tre diversi colori che raffigurano il cammino del Sole (non per nulla i Magi venivano dall’Oriente, luogo dove il sole nasce); bianco come l’alba, rosso come il mezzodì e nero come la notte. Di solito nel punto più alto del presepe si colloca un“castello”; è quello di Erode che, difeso da un gruppo di centurioni armati, lì resta rinchiuso fremendo di rabbia impotente per la nascita del Bambino scampato alla strage.

    Invece la “taverna“ - che si dovrebbe porre vicino alla grotta, ricorda sia Giuseppe che chiedeva invano ospitalità per la moglie incinta, sia (insieme a tutte le figurine del “mercato” pullulanti salumi, formaggi, verdura e cibi vari) la “fame” cronica che affliggeva il popolo partenopeo nel XVIII e XIX sec…….

    RispondiElimina
  2. i ritie le colture sono le cose piu importanti delle vita

    RispondiElimina
  3. le colture mondiali sono una cosa straordinarie nel mondo fanno imparare nuove cose

    RispondiElimina
  4. adesso ci sone delle persone che vengono descriminate per la loro pelle e viene utilizzata la parola "razzismo" e ingiusto dire queste cose secondo me tutti sono uguali ma condiversi modi di fare

    RispondiElimina
  5. studio dell’essere umano nella sua globalità; scoprire quando, dove e perché l’umanità è comparsa sulla terra e si è evoluta, e come si siano prodotte le varietà fisiche presenti nelle popolazioni moderne; si interessa inoltre alla variabilità delle idee e delle usanze tradizionali nelle società passate e presenti; inizialmente solo culture non occidentali, lasciando ad altre discipline lo studio della civiltà occidentale e di analoghe società complesse, dotate di una storia scritta, oggi sia città industriali sia remoti villaggi del mondo non occidentale; questo perchè ogni ipotesi generale sull’uomo dev’essere applicabile ai vari contesti

    RispondiElimina
  6. La religione è un insieme di culti e credenze che esprime il rapporto tra l'uomo e il sacro e la divinità. L'uomo ha da sempre cercato questo rapporto e già le pitture rupestri rappresentano rituali magico-propiziatori: in una grotta vicino a Tolosa è stata trovata dipinta una divinità che aveva un corpo umano, zampe di orso, corna di cervo, occhi di gufo e una lunga barba. Circa 90mila anni fa l'uomo iniziò a seppellire i propri morti e l'uomo di Neanderthal, credendo nell'esistenza di un'altra vita dopo la morte, lasciava accanto al corpo del defunto un corredo di utensili che gli sarebbero serviti nell'aldilà. Molte religioni “primitive” (animiste), che venerano gli elementi della natura, sono sopravvissute fino ad oggi, ma le religioni più diffuse hanno un'origine recente: Il Buddismo e il Confucianesimo risalgono al VI sec. a.C.; l'Induismo si è sviluppato tra il 1000 a.C. e il 1000 d.C.; l'Ebraismo risale al VI sec. a.C.; il Cristianesimo è nato in seguito alla predicazione di Cristo ma si innesta sull'Ebraismo; l'Islamismo ha avuto origine dalla predicazione di Maometto intorno al 610 d.C. Inizialmente queste religioni furono diffuse da apostoli e seguaci, in seguito la loro diffusione fu frutto delle conquiste e quindi dell'imposizione della religione del popolo vincitore su quello vinto. Oggi le religioni nel mondo sono distribuite in questo modo: il Cristianesimo, nelle sue forme cattolica, ortodossa e protestante è diffuso in Europa, Russia, America e Australia; l'Islamismo è praticato in un'area che comprende il Nordafrica, il Medio Oriente, l'Asia Occidentale e l'Insulindia. Le sue due correnti principali sono quella sunnita e quella sciita; l'Induismo è diffuso solo in India e nel nord di Ceylon; il Buddismo è la religione prevalente in Oriente e si articola in tre grandi scuole di pensiero: la Scuola del Sud, o Hinayana (Piccolo veicolo), diffusa a Ceylon, in Birmania e in Thailandia; la Scuola del Nord, o Mahayana (Grande Veicolo), diffusa in Nepal, Cina e Giappone; il Lamaismo è una branca del Buddismo Mahayana diffusa in Tibet, Bhutan, Sikkim e Mongolia. in Giappone, insieme al Buddismo è praticato lo Scintoismo, religione ufficiale; molti giapponesi seguono, a seconda dell'occasione, il rito buddista o quello scintoista; l'Ebraismo è la religione prevalente in Israele, ma ha fedeli distribuiti in tutto il mondo, specie in Occidente. Le religioni e i problemi attuali RUOLO DELLA DONNA ABORTO SUICIDIO EUTANASIA MATRIMONI MISTI CRISTIANESIMO Cattolici ed ortodossi danno uguale dignità e responsabilità a uomo e donna, anche se alla donna si predilige la figure materna e familiare della donna. I protestanti danno alla donna l'accesso a tutti i ministeri ecclesiastici. Per il cattolicesimo è una colpa gravissima, che porta alla scomunica sia per la madre sia per chi lo pratica o lo favorisce. La Chiesa ortodossa lo considera peccato mortale e lo ammette solo per salvare la vita della madre.

    RispondiElimina
  7. Le credenze e le pratiche rituali dei greci antichi, la cui civiltà si formò intorno al 2000 a.C. La mitologia greca comprende principalmente un corpus di narrazioni e leggende riguardanti gli dei e si sviluppò pienamente tra il IX e l'VIII secolo a.C., nel periodo in cui comparvero l'Iliade e l'Odissea di Omero e la Teogonia di Esiodo. La mitologia greca presenta alcune caratteristiche distintive: gli dei mostrano sembianze e sentimenti umani e, diversamente da religioni antiche quali l'induismo o l'ebraismo, non contiene rivelazioni o dottrine spirituali; anche le pratiche e le credenze erano molto varie, prive di un testo sacro e di sovrastrutture formali come il clero. 2. GLI DEI PRINCIPALI Secondo la tradizione, gli dei greci dimoravano sul monte Olimpo, in Tessaglia, dove formavano una società gerarchizzata conformemente alla loro autorità e ai loro poteri; potevano tuttavia muoversi liberamente nel mondo, e alcuni singoli dei vennero associati a tre domini principali: il cielo, il mare e la terra. I dodici dei principali, generalmente detti "Olimpi", erano Zeus, Era, Efesto, Atena, Apollo, Artemide, Ares, Afrodite, Estia, Ermes, Demetra e Poseidone. Ade generalmente non era considerato appartenente all'Olimpo, poiché governava gli inferi, dove viveva con la sposa Persefone. Dioniso, dio del vino e della vita naturale, spesso era accompagnato da divinità minori come satiri, centauri e ninfe; a lui erano dedicate numerose feste, e in alcune regioni divenne importante quanto Zeus. 3. CULTI E CREDENZE La mitologia greca sottolineava la debolezza umana in contrasto con le grandiose e terribili forze della natura. I greci consideravano immortali i propri dei e ritenevano sia le loro stesse vite sia le manifestazioni naturali interamente dipendenti dal volere divino; generalmente, i rapporti tra dei e uomini erano amichevoli, ma gli dei riservavano severe punizioni ai mortali che esibivano comportamenti inaccettabili come autocompiacimento o soverchia ambizione, oppure sfoggiavano eccessive ricchezze. In Grecia la mitologia si intrecciava con tutti gli aspetti della vita: ogni città si consacrava a un dio o a un gruppo di dei, per i quali i cittadini costruivano templi. Durante le feste regolarmente dedicate agli dei, che si tenevano sotto la supervisione dei governanti della città, i poeti recitavano o cantavano leggende e storie, attraverso le quali i greci imparavano a conoscere le divinità, oltre che per tradizione orale in famiglia. Inoltre, diverse parti della casa erano dedicate ad alcuni dei ai quali rivolgere regolarmente le preghiere; poteva esserci, ad esempio, un altare di Zeus nel cortile, mentre Estia veniva onorata presso il focolare. Pur non avendo un'organizzazione religiosa ufficiale, i greci veneravano alcuni luoghi sacri: Delfi era dedicato ad Apollo, e uno dei templi conteneva un oracolo, che i viaggiatori interrogavano per conoscere il futuro.

    RispondiElimina
  8. le colture in tutti i paesi sono belle da apprendere nella vita perche fai nuove esperienze e impari nuovi abitudini che magari per te stesso ti vanno bene non si sa mai nella vita

    RispondiElimina