mercoledì 4 novembre 2009

Pagine d'autore


"....mi misi a percorrere con lo sguardo le case stinte, che parevano accovacciate l'una di fianco all'altra come vecchi animali neghittosi nella pioggia. Che aria squallida e cadente avevano tutte. Stavan lì addossate senza criterio, come erbacce spuntanti dal terreno. Erano state costruite due o tre secoli prima a ridosso di un muro di pietra basso e giallo, unica sopravvivenza di un antico edificio assai esteso in lunghezza, come viene viene, senza tener alcun conto delle altre. Qui una mezza casa fuori squadra con fronte rientrante; là accanto un'altra, che invece sporge come un dente canino. Sotto il fosco cielo parevano giacere nel sonno, e nulla si avvertiva di quella vita perfida e ostile che talvolta par da esse emanare, quando la nebbia delle sere autunnali che ristagna nelle vie ne vela e dissimula la quasi impercettibile mimica. Abito qui da una generazione, e in tutto questo tempo si è fatta sempre più forte in me l'impressione, e non riesco a liberarmene, che ci siano certe ore della notte e sul primo far dell'alba ad esse riservate, ore che queste case devono trascorrere in agitati, muti, conciliaboli segreti. E talora un lieve fremito trascorre pei loro muri, inspiegabili, misteriosi rumori rotolano giù per i tetti e s'infilano nei tubi delle grondaie, e noi con i nostri sensi ottusi non vi facciamo caso, non ci chiediamo quale causa abbiano questi fenomeni. Ho spesso sognato di stare a spiare queste case nella loro attività fantomatica e di apprendere, con stupore e paura, che esse sono le autentiche, occulte signore della via, capaci di privarsi della loro vita e dei loro sentimenti ma poi di riacquistarli ancora, di celarli durante il giorno alla gente che le abita per riprenderseli a notte con interessi da usurai. E prende a sfilarmi nella mente tutta quella gente strana che abita queste case come fantasmi, come esseri - non nati da madri - che in quel che pensano e fanno sembrano consistere di tanti pezzi messi insieme a casaccio; e ciò più che mai m'induce a credere che tali sogni celino verità oscure, che nella veglia continuano a covarmi nell'anima come tenui impressioni suscitate da fiabe multicolori.".........tratto da Il Golem di Gustav Meyrink

1 commento:

  1. Non so perchè in queste case vedo la massa, intesa come insieme di gente disorientata da mille pecche del passato, crepe e cigolii che giungono da mille non valori vissuti, da mille credenze, imposizioni di varie istituzioni che, nella loro gloria di seminare la loro potenza, hanno reso ogni essere una misera casa insignificante, vuota, priva di una sua essenza.
    Un disordine nell'esistere umano che è trasceso in mortale malessere!
    ''Non nati da madri'' questa frase è molto forte e in ciò vi ascolto un monito nella snaturata mancanza di amore che ora mai avvolge l'intera umanità, amore materno che dovrebbe portare ogni essere umano ad amare l'esistenza sua e degli altri, di ogni creatura viva in questa dimensione.
    ''e ciò più che mai m'induce a credere che tali sogni celino verità oscure'' le verità che si sono manifestate in maniera cruda nell'animo di ogni se, te, me ... globalità di persone che hanno dimenticato di essere l'anima di una casa meravigliosa e che si posta nel paesaggio in interazione e condivisione di spazi e bellezza di tutto ciò che crea l'insieme, la vita di questa meravigliosa umanità.

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