
Se volete credermi, bene. Ora dirò come è fatta Ottavia, città-ragnatela. C'è un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passarelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa. Sotto non c'è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s'intravede più in basso il fondo del burrone. Questa è la base della città: una rete che serve da passaggio e da sostegno. Tutto il resto, invece d'elevarsi sopra sta appeso sotto: scale di corda, amache, case fatte a sacco, attaccapanni, terrazzi come navicelle, otri d'acqua, becchi del gas, girarrosti, cesti appesi a spaghi, montacarichi, docce, trapezi e anelli per giochi, teleferiche, lampadari, vasi con piante dal fogliame pendulo.
Sospesa sull'abisso, la vita degli abitanti di Ottavia è meno incerta che in altre città. Sanno che più di tanto la rete non regge.
Le città invisibili.................................Italo Calvino
Sospesa sull'abisso, la vita degli abitanti di Ottavia è meno incerta che in altre città. Sanno che più di tanto la rete non regge.
Le città invisibili.................................Italo Calvino
"Dice:-Tutto è inutile, se l'ultimo approdo non può che essere la città infernale, ed è là in fondo che, in una spirale sempre più stretta, ci risucchia la corrente.
RispondiEliminaE Polo :- L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà ; se ce n'è uno , è quello che è già qui , l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrire. Il primo riesce facile a molti : accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."
Italo Calvino , "Le città invisibili"
Nonostante non ami molto Calvino questo libro mi è piaciuto tantissimo!!!Adoro qualsiasi cosa che parli di città..già..
RispondiEliminaE poi, sapere che il mio nome è stato usato anche da Calvino per dare il nome ad una di queste città invisibili, ha davvero qualcosa di poetico.
Diciamo che un po' mi rispecchia anche va'..sospesa e sempre in bilico..specialmente nelle scelte uff..
Mi devi scusare è che la posta di facebook la apro raramente!
Comunque ho saputo(e letto) che siete andati alla libreria Treves!Io ci devo andare perchè voglio partecipare ad un concorso di disegno e lì devo portare l'adesione al concorso e il disegno una volta fatto!
Un bacione!!!
Ottavia. :)))