
"....mi misi a percorrere con lo sguardo le case stinte, che parevano accovacciate l'una di fianco all'altra come vecchi animali neghittosi nella pioggia. Che aria squallida e cadente avevano tutte. Stavan lì addossate senza criterio, come erbacce spuntanti dal terreno. Erano state costruite due o tre secoli prima a ridosso di un muro di pietra basso e giallo, unica sopravvivenza di un antico edificio assai esteso in lunghezza, come viene viene, senza tener alcun conto delle altre. Qui una mezza casa fuori squadra con fronte rientrante; là accanto un'altra, che invece sporge come un dente canino. Sotto il fosco cielo parevano giacere nel sonno, e nulla si avvertiva di quella vita perfida e ostile che talvolta par da esse emanare, quando la nebbia delle sere autunnali che ristagna nelle vie ne vela e dissimula la quasi impercettibile mimica. Abito qui da una generazione, e in tutto questo tempo si è fatta sempre più forte in me l'impressione, e non riesco a liberarmene, che ci siano certe ore della notte e sul primo far dell'alba ad esse riservate, ore che queste case devono trascorrere in agitati, muti, conciliaboli segreti. E talora un lieve fremito trascorre pei loro muri, inspiegabili, misteriosi rumori rotolano giù per i tetti e s'infilano nei tubi delle grondaie, e noi con i nostri sensi ottusi non vi facciamo caso, non ci chiediamo quale causa abbiano questi fenomeni. Ho spesso sognato di stare a spiare queste case nella loro attività fantomatica e di apprendere, con stupore e paura, che esse sono le autentiche, occulte signore della via, capaci di privarsi della loro vita e dei loro sentimenti ma poi di riacquistarli ancora, di celarli durante il giorno alla gente che le abita per riprenderseli a notte con interessi da usurai. E prende a sfilarmi nella mente tutta quella gente strana che abita queste case come fantasmi, come esseri - non nati da madri - che in quel che pensano e fanno sembrano consistere di tanti pezzi messi insieme a casaccio; e ciò più che mai m'induce a credere che tali sogni celino verità oscure, che nella veglia continuano a covarmi nell'anima come tenui impressioni suscitate da fiabe multicolori.".........tratto da Il Golem di Gustav Meyrink